Sara Calandra classe ‘97 è una ricercatrice e curatrice d’arte, milanese, specializzata nel settore dell’arte digitale connessa ai sistemi blockchain.
Laureata presso l’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano, dove consegue la Laurea triennale del corso di pittura, e la Magistrale in Comunicazione e valorizzazione del patrimonio artistico contemporaneo, del Corso di Comunicazione Creativa per i Beni Culturali.
È la prima studentessa ad avere discusso la propria tesi di laurea all’interno del metaverso Spatial e Over all’Accademia di Brera, sull’utilizzo degli NFT nel campo artistico e sul collettivo MetaBrera, primo proposito accademico, in Italia, sullo sviluppo didattico, pedagogico e culturale relativo agli NFT e Crypto Art del quale è co-fondatrice e Art curator.
Nel 2022 ha sviluppato esperienza presso Reasoned Art srl, la prima galleria italiana dedicata alla Crypto Art, nello stesso anno ha lavorato per la Casa degli artisti e Zona K , alla realizzazione del Podcast “Milano Bhoème-storie d’arte e di rivolta” sotto la guida del drammaturgo Luca Scarlini e ha curato la mostra “Memorie di Antonietta Viganone” presso gli Orti fotografici di milano.
Ad oggi collabora in ambito curatoriale con grandi professionisti del settore quali: Emanuele Dascanio, Paulo Renftle, Ilaria Stirpe, Metagate, il collector @D01_official e tanti altri.
Sara Calandra si racconta
Il mondo dell’arte mi ha da sempre attratta e affascinata.
Nel corso del tempo il mio approccio alla disciplina è mutato, ho iniziato con lo studio e l’applicazione della pittura, con l’intento di avere un posizionamento centrale nella creazione del processo artistico. Il quale mi ha permesso di conoscere molteplici aspetti e necessità, spesso impercettibili da parte di chi si occupa esclusivamente di studiare l’arte. Spinta dal desiderio di approfondire maggiormente quello che era il panorama artistico attuale, nel quale volevo inserirmi e incuriosita dai metodi espositivi e di fruizione delle opere, ho virato i miei interessi verso le funzionalità e i meccanismi intrinsechi alla macchina museale, al sistema delle gallerie e all’apparato curatoriale.
Durante il periodo della progettazione della mia tesi magistrale ho incominciato ad intercettare nel sistema dei fervori nuovi, dei sentimenti di forte comunità tra artisti e innovazione tecnologica, nati dal possibile utilizzo artistico dei sistemi Blockchain, NFT e Web 3.0. Queste invenzioni rivoluzionarie mi hanno attratta a tal punto da farmi concentrare esclusivamente su un’area fertile nel quale poter crescere, contribuendo attivamente alla creazione di un nuovo settore/movimento artistico, geograficamente agnostico, che in molti riconoscono sotto la definizione Crypto Art.
Il mio approccio a questo settore è di tipo valutativo, infatti i miei articoli presentano delle ricerche critiche e semiologiche di quello che comportano i fenomeni più attuali, attraverso l’analisi degli artisti che utilizzano in modo creativo i nuovi sistemi tecnologici e il confronto storico con gli artisti che hanno contribuito alla storia dell’arte, proprio perché solo conoscendo a pieno il passato si può comprendere il presente e ipotizzare il futuro.
D’altra parte viviamo nell’epoca del postmediale, nella quale l’arte appare sempre di più un prodotto esclusivamente sociale, e inconcepibile in qualsiasi condizione di isolamento; inoltre è il mezzo più immediato per incanalare la collettività verso l’obiettivo che la società intellettuale indica. È interessante come studiando le biografie di alcuni artisti del ‘900 si intravedono delle sfumature concettuali, a tal punto che si potrebbero considerare pionieri di questa nuova forma di comunicazione artistica. Prendendo a riferimento l’artista italiano Michelangelo Pistoletto, stupisce il suo pensiero riguardo alla nozione di tempo che corrisponde alla diversità. Il suo “quadro-specchio” è un passaggio che permette di entrare e di uscire, nel mondo, come una porta che gira e ruota intorno alla figura umana facendo emergere il senso virtuale del quadro, nella realtà. Da qui nasce un parallelismo sulla questione del virtuale, oltrepassando il supporto, per entrare in un mondo parallelo. Sicuramente l’esempio appena citato potrebbe risultare abbastanza azzardato, se paragonato all’opera “Sensorama” sempre degli anni ‘60 del cinematografo americano Morton Heiling, il quale inventò uno dei primi esempi di realtà virtuale, ma la sfida sta nel trovare le percezioni e gli stimoli meno evidenti che contengono informazioni importanti di crescita culturale e di pensiero di ciascun paese.
É stimolante trovare le differenze tra l’utilizzo dei vari medium del passato rispetto a quelli attuali, essendo consci di tecniche mai viste prima come l’arte generativa e quantistica. Trovo fondamentale fare una ricerca a 360° delle possibili espressioni artistiche, non solo nello specifico della Digital art, poichè il sistema degli NFT è applicabile da chiunque volesse utilizzarlo in quanto componente artistica dell’esperienza, anche in relazione all’opera fisica.
In definitiva sono convinta che questo sia il momento giusto per mettersi in gioco nel creare qualcosa di nuovo, nel fare ricerca, teorizzare e comunicare ciò che è l’attuale contemporaneità, legata al nuovo mercato artistico del mondo Crypto.