L’arte è una proprietà emergente da ciò che arte non è.
Sembrerà strano da recepire e correrò il rischio di risultare antipatico ad alcuni lettori, ma come artista professionista mi assumo l’onore e l’onere di essere libero di essere onesto. In totale contrasto con le necessità social e mass-mediatiche contemporanee, come artista conoscitore di materie esoteriche (riservate a pochi), solitamente non condivido col pubblico la mia conoscenza in ambito tecnico, le mie formule segrete, il mio modus operandi e i miei approcci di mindest per interpretare e trovare le chiavi di lettura e risoluzione dei problemi dell’arte, anche a costo di rimetterci in termini di capitale economico e sociale (i cosiddetti “followers”).
Seguendo una logica tradizionale che affonda le sue radici nel Rinascimento e che trova applicazione anche negli attuali contesti aziendali, ho il piacere di condividere le soluzioni che ho sviluppato personalmente per affrontare con successo i problemi propri di una specifica disciplina artistica di cui sono fiero creatore.
Tuttavia, prima di condividere tali soluzioni, valuto attentamente le competenze professionali dei miei interlocutori.
La reale conoscenza ha un valore troppo alto per poterla dare in pasto ai media (Matteo, 7:6), svendendola come un fenomeno da baraccone.
Per questo motivo sono qui a testimoniare la felicità e l’onore di essere stato invitato a scrivere su One Growth Hacker, blog di Ilaria Stirpe, eccezionale professionista che stimo anche a livello personale.
Rilascerò su questo fantastico libro frammenti importanti del risultato di anni di studi, frustrazioni, sperimentazioni, fallimenti e vittorie che mi hanno portato a realizzare con orgoglio l’arte che oggi mi brucia nell’anima.
Contents
L’arte è antropocentrica
In questo primo articolo tenterò di eseguire una breve disamina sul concetto di arte intesa come attività svolta in bilico tra emotività e pragmatismo. Due facce della stessa medaglia, queste risorse rappresentano un unicum inscindibile di forze contrapposte che tuttavia non possono fare a meno di attrarsi l’una con l’altra.
Qualora nella produzione “artistica” prevalesse l’emotività otterremo forme aprioristiche, anarchiche e destrutturate, illeggibili, contraddittorie e inutili.
Se al contrario prevalesse il pragmatismo, otterremo unicamente forme derivanti da autoerotismi cerebrali sterili, ridondanti, freddi, rigidi e privi di spazio per tutte quelle caratteristiche che comunicano tratti di una pura umanità quali le contraddizioni, le asimmetrie e i paradossi. Entrambe le facce, prese singolarmente, sono espressioni tossiche dell’Io del pretenzioso “artista”.
Accostate l’una all’altra, diversamente, formano una sinfonia di pieni e vuoti dove l’ego dell’Artista è un mero strumento per la produzione di qualcosa di più vasto di lui, universale, che lascia spazio a ogni essere umano del mondo e della storia ponendo quest’ultimo al centro.
L’arte è la soluzione a un problema
Premessa
Se è vero che l’arte è una bugia utile a raccontare la verità, l’arte è, pertanto, puro artificio. E’ quel simulacro le cui caratteristiche di artificiosità riescono a parlare con estrema efficacia ai tratti più intimi tanto del singolo individuo quanto dei gruppi e dei popoli umani.
Per strutturare un artificio così efficace, noi artisti abbiamo bisogno di rispettare alcune regole obbedendo con auto-disciplina ad alcune leggi dell’informazione.
Il pragmatismo richiede un’attitudine alla buona pratica e un pensiero strategico indispensabili ad affrontare gli ostacoli trovando soluzioni efficaci al problema dell’arte. Tutto ciò si traduce in un workflow strutturato ma liquido, composto di scelte consapevoli adattate alle proprie idee, alla realtà esaminata e a una praticità tecnica, trovando un equilibrio tra la visione artistica e le necessità operative come la gestione delle risorse materiali, psicofisiologiche e dei vari medium a disposizione.
L’artista non amatoriale, quando si appresta a creare un contenuto da offrire alla comunità, non deve mai dimenticare l’importanza di tale ricevitore. L’arte come disciplina e come oggetto è la risultante proprietà emergente di queste due parti legate tra loro (emittente/ricevente – contenuto/contenente) in maniera intelligente. Tanta più intelligenza pratica ed emotiva sarà riversata nell’opera, tanto più questa sarà considerabile arte.
Ci tengo a precisare che sto parlando di Arte e non del mercato dell’arte.
L’arte è un frutto della tecnologia
Occhi profondi e attenti come quelli dei lettori di questo blog potrebbero essere perfettamente consapevoli che ci troviamo catapultati in un nuovo Rinascimento, o meglio ancora, come coniato dagli antichi, in una nuova Rinascenza. Le nuove tecnologie alla portata di tutti e la facilità nel reperire informazioni riguardanti il loro utilizzo premiano le menti più creative. Questo humus culturale rinnovato ci proietta con velocità in un mondo in fase di coniatura da nuove prospettive, dove il metodo scientifico offre risposte ad alcuni quesiti fondamentali da sempre trattati anche dalla storia dell’arte.
Come artista fautore di un determinato modus pensandi estremamente “rinascimentale”, sono rimasto terribilmente affascinato dal medium offerto dalla blockchain. Tornando al tema della caratteristica di intelligenza pervasiva di un’opera d’arte, credo che l’arte su rete BTC ed ETH abbia oggi il potenziale per catturare ed esprimere emozioni in un modo unico che differisce dalle forme d’arte “tradizionali”.
Come un perfetto medium pittorico aiuta il pittore a portare a compimento un capolavoro, lo smart contract riflette appieno quanto sottolineato sopra: tanto più sarà “smart” questo “contract” e tanto più sarà attrattiva, persuasiva e pervadente l’arte internamente ospitata. L’arte su Ordinals e su NFT, per sua stessa natura, è digitale e immateriale. Ciò consente una fluidità di espressione, una flessibilità del mezzo e una tradabilità che non ha eguali nel mondo dell’arte tradizionale. La capacità di incorporare animazioni, suoni, intelligenze artificiali, algoritmi e interattività nell’arte in blockchain aggiunge una nuova dimensione all’espressione emotiva. Questa serie di proprietà possono ancorarsi perfettamente a opere d’arte fisiche, le quali danno vita a nuova generazione di opere Phygital dove l’esperienza – quindi l’antropocentrismo naturalmente intrinseco all’opera – viene non solo esaltata, ma diventa parte integrante del processo di creazione ed evoluzione dell’opera d’arte stessa.
L’arte è l’antitesi della codardìa
L’arte Phygital con componente blockchain può essere distribuita in modo decentralizzato, consentendo un approccio più democratico al mondo dell’arte. Questo decentramento può portare agli artisti professionisti una maggiore flessibilità nel go-to-market con la conseguente possibilità di sperimentare forme artistiche nuove, correndo anche il rischio di inventare qualcosa che oggi ancora non esiste. Questo specifico momento storico pone gli artisti davanti a un nuovo bruciante coraggio di mettersi in gioco mediante responsabilità creative, oneri e onori, gioie e dolori della stessa intensità.
Esiste il terreno più perfetto dove sviluppare la propria creatività?
L’arte è Realtà Aumentata
Se opportunamente progettato, notarizzato dall’immutabilità e dalla trasparenza della blockchain la quale fornisce un livello di autenticità e provenienza che non è presente nelle forme d’arte tradizionali, il formato Phygital può pretendere di cogliere con creatività il massimo dalle proprietà fisiche e digitali dell’opera d’arte, il che può tradursi in una gamma più ampia di esperienze emotive per lo spettatore, consentendo una maggiore flessibilità e creatività nel modo in cui le emozioni vengono raccolte ed espresse.
La fluidità e la flessibilità dell’arte NFT e Ordinals può consentire una gamma più ampia di espressioni emotive che possono essere condivise e vissute più facilmente su scala globale, il che può aumentare il valore percepito dell’opera d’arte riflesso a sua volta nella percezione emotiva anche dell’elemento fisico, da parte di collezionisti e spettatori, considerato più viscerale e tangibile.
E’ un mirroring game!
Consentendo allo spettatore di interagire con l’opera d’arte in modo più coinvolgente e tattile, la realtà aumentata ancorata al formato fisico può aumentare l’impatto emotivo dell’opera d’arte. Creando un ambiente completamente immersivo e interattivo, le realtà aumentata e virtuale possono consentire una connessione emotiva più profonda con l’opera d’arte.
Guardando al futuro, prevedo che il potere emotivo dell’arte Phygital continuerà necessariamente ad evolversi ed espandersi.
Man mano che le tecnologie avanzeranno e sorgeranno nuove possibilità creative, l’arte Phygital diventerà ancora più espressiva ed emotivamente risonante.
Io stesso ho trovato gli input necessari all’esplorazione e creazione di nuovi territori in cui le opere d’arte si evolvono contingenti alle emozioni dello spettatore e co-creatore dell’opera d’arte. Ciò ha implicazioni per il mondo dell’arte nel suo insieme, poiché l’arte Phygital notarizzata in blockchain sfida le nozioni tradizionali di come l’arte possa essere creata e distribuita.
L’arte è la libertà di essere schiavi
La possibilità di interazione del collezionista con l’artista mediante l’acquisto trustless delle opere d’arte che lo possano supportare direttamente può aggiungere una risonanza emotiva che non è presente nelle forme d’arte tradizionali. Queste ultime necessitano forzatamente di una struttura di mercato al cui interno vi è un esubero di figure di rappresentanza autocratiche, le quali maliziosamente promuovono una narrativa di ripetitività stilistica della produzione artistica mascherata da riconoscibilità dell’artista.
In questo contesto l’artista diventa schiavo del sistema di mercato, non dell’arte.
L’artista viene forzatamente educato ad essere ripetitivo, non creativo. Va da sé che il valore intrinseco delle opere d’arte così contestualizzate, decade.
Al contrario, sfruttando appieno le potenzialità intrinseche della tecnologia del Web3, il self brand e la brand awareness dell’artista possono essere veicolate direttamente dalla fonte della creatività, ribaltando la valuechain del mercato.
Piuttosto che rimanere incatenati a quella chain unidirezionale che dall’alto della piramide i creatori dei trend vanno imponendo con i loro modelli, i creativi trovano spazio in una nuova struttura più simile a un cespuglio di possibilità.
Guardando al futuro, tutto cambia per non cambiare mai, ma si raggiungono, passo dopo passo, traguardi etici importanti.